La Mostra
La mostra “Gloria Girelli Bruni – Le Terre dell’Anima”, celebra la carriera dell’artista Gloria Girelli Bruni (Verona, 1967), iniziata negli anni ’90 con l’invito della sorella pittrice ad un’esperienza di lavoro in campo artistico. Le opere selezionate per la mostra sintetizzano l’orientamento artistico di Gloria Girelli Bruni, in cui spicca una forte sensibilità per gli accostamenti cromatici che incarnano sensazioni ed emozioni. La mostra mira ad esaltare il concetto di propriocezione, cifra stilistica che contraddistingue l’arte di Gloria Girelli Bruni.
Per comprendere il senso dell’intero percorso dobbiamo focalizzarci su due linee: da una parte i titoli dei quadri; e dall’altra il percorso allestitivo scelto appositamente dall’artista. Questa combinazione ci permette di comprendere il complesso e intimo rapporto che unisce stati emotivi e materia. Così avremo opere più incentrate sull’introspezione, come “Sogno”, “Perdersi”, “Stillness”, “Integrità”, “Vibrazioni” e opere orientate verso l’altro da sé, quell’Altrove che ci attende là fuori, come “Terra e acqua”, “Terre emerse”, “Mare di luce”, “La voce del mare”, “Notturno”, “Bagliori”, “Galassie”.
Rimane, come premessa e come compendio al tutto, l’opera “Danza sacra”, un lavoro al quale Gloria Girelli Bruni è molto legata e che ben rappresenta la gestualità della creazione. Il gesto generativo, tema caro alla poetica dell’artista, è il gesto che l’artista compie nel disperdere il colore sulla tela: in fondo, altro non è che un girare attorno, una danza rituale volta alla creazione.
“La Primavera” è l’opera che sintetizza tutta la produzione di Gloria Girelli Bruni. E’ l’unico lavoro tridimensionale, dove il materiale di supporto – che solitamente è un materiale nobile – è invece un materiale poverissimo, quasi di scarto. Gli elementi qui non si combinano su una tavola di legno, non è prevista una cornice ragionata, e nemmeno c’è un tentativo di correggere i limiti materici dell’oggetto in questione. Si tratta di un’opera che ci parla di “possibilità”, di superamento di ogni limite, anche tecnico, nella manifestazione artistica, in quanto il gesto, i pigmenti, le reazioni chimiche della materia riescono a rendere prezioso anche il più umile dei supporti. “La Primavera” è, quindi, in ogni senso, una vera alchimia dell’arte.
Infine il percorso allestivo scelto dall’artista, essenziale per percepire il senso della mostra. Lo spazio è investito di luce; trionfano i toni chiari dell’alba come i bianchi, i rosa, gli azzurri, per condurci poi, a passo lento, a incontrare la sera, con le sue luci lontane in fondo all’orizzonte. Infine, sopraggiunge il buio sacro e misterioso della notte, concepito non come una minaccia, ma come dolce e intimo raccoglimento in ciò che è universale dentro a ognuno di noi.